domenica 23 dicembre 2012

Perché mi candido alle primarie - 1


Dopo le primarie che hanno scelto Pierluigi Bersani come leader del centro sinistra, si vota a dicembre per scegliere i candidati del Partito Democratico al Parlamento.
E’ l’ultimo appuntamento prima delle elezioni che a febbraio possono chiudere definitivamente il lungo inverno berlusconiano e aprire per l’Italia una fase nuova.

Come si era impegnato a fare il PD risponde con le primarie al rifiuto di PdL e Lega di una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scelta.
Per me sarebbe l’ora di raccogliere, alla fine di una legislatura, i risultati del lavoro in Italia e in Europa.



Presiedevo da poche settimane la Commissione diritti umani del Senato e sono andato a Lampedusa a vedere e denunciare i trattamenti inumani e degradanti in cui erano costretti più di mille immigrati irregolari. E’ stato, questo dell’immigrazione, un tema costante del mio lavoro con ispezioni, audizioni, interrogazioni e interpellanze, dichiarazioni e denunce, proposte

Ma gli immigrati irregolari non votano.


Ho concluso il primo rapporto della storia del Parlamento italiano sulla condizione di Rom e Sinti, un rapporto realizzato con la partecipazione loro e di tante associazioni. (leggi e scarica il Rapporto conclusivo dell'indagine sulla condizione di Rom, Sinti e Caminanti in Italia- pdf). E’ un rapporto non reticente, che ha contribuito a contrastare il pregiudizio, ad aiutare coloro che lavorano su questo difficile problema, a favorire un mutamento delle politiche. Il Presidente della Repubblica si è congratulato con la Commissione diritti umani per questo lavoro.

Neanche rom e sinti votano alle primarie.


Il rapporto che ha concluso un lungo lavoro sui diritti umani nelle carceri e nei Centri di Identificazione ed Espulsione è stato presentato e discusso in mezza Italia e in particolare dentro molte carceri. E’ diventato uno strumento importante nelle mani di quanti si battono per cambiare una situazione di violazione dei diritti delle persone e di illegalità dello Stato. (Leggi il  Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattenimento per migranti in Italia. - pdf).
Ma neanche i detenuti votano alle primarie.


Nei primi mesi del 2009 ho guidato la delegazione della Commissione diritti umani che, prima in Europa, è entrata a Gaza dopo l’operazione “piombo fuso”. La stessa missione è andata a Sderot dove erano cadute le bombe di Hamas. (Leggi la Relazione sulla missione in Israele e Gaza - pdf).
Negli stessi giorni ho incontrato a Gerusalemme il padre di Gilad Shalit e di ritorno a Roma ho presentato e illustrato la mozione (mozione 1/00150) che il Senato ha approvato all'unanimità per la sua liberazione. Quando questa è finalmente arrivata ho festeggiato l’avvenimento alla comunità ebraica di Torino.

In tutti questi anni ho sostenuto quanti si battono per la democrazia in Iran, contro la pena di morte e le esecuzioni capitali, contro la repressione e le torture. Un'elaborazione Openpolis, su dati del Senato, mi ha collocato al primo posto tra i parlamentari maggiormente impegnati sui temi della cooperazione allo sviluppo e della lotta alla fame nel mondo.

Sul mio sito e su quello del Senato potete trovare il resoconto dettagliato e il bilancio politico conclusivo del lavoro della commissione diritti umani nella XVI legislatura, oltre gli altri sono stati affrontati i problemi della violenza contro le donne e del femminicidio e quelli della discriminazioneLGTB e dell'omofobia.

Nel breve commento che ho scritto per il nuovo blog dell’Istituto Gramsci di Torino all’indomani delle primarie potete trovare qualcuna delle mie idee sulla politica e sulla democrazia.

Al Consiglio d’Europa ho predisposto e presentato rapporti, poi approvati, sull’abolizione della pena di morte, Dialogo e riconciliazione nei paesi della ex Jugoslavia, la situazione in Siria, Politiche estere e diritti umani in Europa. Da gennaio 2012 presiedo La Commissione per gli affari politici e la democrazia del Consiglio d’Europa.

Sullo stesso tema “Politiche estere e diritti umani: tra principi e realpolitik” la Commissione diritti umani del Senato ha concluso un rapporto ascoltando molti dei protagonisti – istituzionali e no – in questo campo.

Nei giorni scorsi ho riunito a Torino oltre 120 parlamentari da 47 paesi europei, che hanno lavorato su questo tema e approvato e sottoscritto una dichiarazione di principio: la Dichiarazione di Torino.


Ma né i palestinesi, né gli israeliani, né i siriani, né i bosniaci, né gli iraniani e neppure gli europei votano alla primarie.

Per questo, per continuare questo impegno, ho bisogno che altri mi diano una mano e votino alle primarie anche per quelli che votare non potranno.
Per questo mi rivolgo alle tante persone che ho incontrato durante una lunga vita politica e sindacale e che possono giudicare la mia serietà, la mia onestà, la mia coerenza e chiedo loro di spendere la loro parola e la loro testimonianza.

Mi sarebbe piaciuto che il mio partito e il mio gruppo parlamentare si fossero presi la responsabilità, a conclusione di questa legislatura, di dare un giudizio sul mio lavoro e mi avessero chiesto di candidarmi alle primarie. Ma la responsabilità è difficile da praticare anche se per la democrazia politica è una risorsa indispensabile. Ho così dovuto decidere da solo di ricandidarmi: l’ho fatto dopo avere ascoltato il parere delle tante persone con le quali in questi anni ho lavorato.


Pietro Marcenaro